Davvero una brutta sorpresa al rientro dalle ferie per due coniugi di San Cesareo (Rm). Nel sottotetto del portico della loro villetta, situata a poca distanza dal centro storico, tra le travi e le tavole di legno le “Vespe crabro” avevano messo su famiglia, e che famiglia! Migliaia di esemplari disposti in un nido dalle dimensioni record: 1 mt e 1/2 di profondità  per 2 mt di larghezza con una parte che proseguiva per più di 1 mt nell’intercapedine dell’abitazione. Per oltre un’ora tre operai specializzati di Ekotorre sono riusciti nell’ardua impresa, sterminando i pericolosi insetti prima tramite fumigazione e poi con l’irrorazione di specifici insetticidi a presidio medico chirurgico. Al termine dell’intervento il nido è stato staccato a pezzi, riposto all’interno di un sacco e, vista l’eccezionalità  delle dimensioni, pesato su una bilancia. Tra lo stupore generale dei presenti la lancetta ha segnato i 15 chilogrammi, entrando così a pieno titolo nella storia dei nidi di vespa tra i più grandi mai rinvenuti sul territorio dell’intera Provincia di Roma.

Caratteristiche e comportamento della Vespa crabro

La Vespa crabro (o calabrone) è un insetto volante della famiglia dei Vespidae. L’operaia e il maschio raggiungono una lunghezza che può variare dai 2 ai 2,5 centimetri, mentre la regina è più lunga e può arrivare a misurare 3,5 centimetri. Vive in colonie assai numerose, dalle 100 alle 1000 unità per nido. Allo stadio larvale si nutre di insetti triturati dalla vespa regina o dalle operaie, mentre allo stadio adulto si ciba di sostanze zuccherine.

A capo di ogni colonia c’è una femmina fertile, la regina, che inizia da sola la costruzione del nido nel periodo primaverile ed è l’unica che può deporre le uova. Dalla schiusa delle larve nasceranno le prime operaie (sterili), che avranno il compito di manutenzione, ampliamento del nido, difesa e cura delle larve, lasciando alla regina solo il compito di ovodeporre.

A fine estate iniziano a comparire i primi maschi, facilmente identificabili perchè sono più piccoli delle femmine, hanno l’addome a forma di sigaro, presentano un segmento in più rispetto alle femmine, e le antenne sono molto più grandi. Sempre sul finire della stagione calda vengono alla luce alcune femmine fertili che, dopo l’accoppiamento con i maschi, si allontanano dal nido per costruire nuovi nidi e fondare nuove colonie nella primavera successiva.

Pericolosità per l’uomo

Il calabrone è un insetto molto aggressivo e pericoloso. Solo gli esemplari femmine possono pungere perchè il maschio è privo di pungiglione. In caso di puntura, la quantità di veleno iniettata (fatale per gli insetti che predano) è minima e nell’uomo non causa particolari problemi, fatta eccezione per i soggetti allergici nei quali può provocare una pericolosa reazione anafilattica. Tuttavia il veleno è abbastanza potente, il suo valore LD50 è di 4,0 mg / Kg., e visto che un solo esemplare può pungere più volte, iniettando più dosi di veleno, il soggetto colpito può avvertire reazioni a carico del sistema respiratorio, come affanno o in casi più gravi soffocamento, e morte.

Cosa fare in presenza di un nido

I calabroni scelgono come luoghi ideali per costruire il nido, punti riparati poco esposti alle intemperie. E’ facile trovare nidi in:

  • sottotetti
  • comignoli
  • nicchie esterne per i contatori dell’acqua
  • cassonetti delle tapparelle
  • tronchi cavi degli alberi
  • cavità nel terreno

Vista l’alta pericolosità di questo insetto, in presenza di un nido è vivamente sconsigliato il fai da te per la sua eliminazione. Il calabrone ha un pungiglione  lungo circa 4 millimetri e neanche le tute utilizzate dagli apicoltori garantiscono una protezione adeguata. Per non rischiare è bene quindi rivolgersi a specialisti della disinfestazione. I tecnici di Ekotorre, oltre ad essere specializzati in questo genere di interventi, hanno i giusti mezzi a disposizione per trattare con sicurezza l’aerea infestata. Qualora il nido non fosse visibile, i tecnici effettuano un sopralluogo e attraverso l’ausilio di particolari strumentazioni sono in grado di individuare il nido e, una volta trovato, procedono alla sua asportazione meccanica.

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